Cav. Michelangelo Libertini

figlio cadetto del Barone Gesualdo Libertini di San Marco Lo Vecchio, di antica famiglia di Notai proveniente da Lentini, ebbe ruoli di rilievo nella amministrazione di Caltagirone, sino a ricoprire la carica di Patrizio, ossia sindaco della Città sino alla fine del 1890 circa. Si distinse per abilità nel governo della Città onestà e rettitudine come si evince dalla didascalia posta alla base del ritratto il cui originale è conservato presso il Comune di Caltagirone nel salone che ospita i ritratti dei sindaci che si sono succeduti. Sposò Giulia Pluchinotta da cui ebbe due figli Gesualdo e Francesca. Fu anche generoso mecenate verso alcuni giovani di brillante ingegno ma privi di mezzi.

Senatore Gesualdo Libertini
Figlio primogenito di Michelangelo Libertini, si laureò in Giurisprudenza e intraprese quella che sarebbe diventata una brillante carriera politica. Venne eletto per quattro legislature consecutive, a partire dalla prima, il 18 giugno 1900, nel Collegio di Caltagirone sino all’8 dicembre 1920, data alla quale venne nominato Senatore del Regno. Ricoprì incarichi di prestigio come quello di Segretario alla Presidenza del Senato. Notevoli i suoi interventi tra i quali si ricorda il discorso che precedette la destituzione del Generale Cadorna all’indomani della disfatta di Caporetto e la nomina del Generale Diaz a capo dell’ormai stremato Esercito Italiano. Uomo rigoroso e onesto rinunciò all’appannaggio che gli spettava come politico in quanto in possesso di rilevante patrimonio personale. Sposò Concetta Gianformaggio, appartenente a famiglia di notabili e politici di Grammichele dalla quale non ebbe figli. La coppia condusse una vita brillante frequentando e mantenendo contatti epistolari con politici, colti e imprenditori dell’epoca e viaggiando nell’Europa della Belle Epoque. Morì il 16 novembre 1945 a Caltagirone. Il suo patrimonio compreso il Palazzo di Caltagirone che allora si chiamava Libertini passò all’amato nipote Francesco Spadaro di Passanitello, figlio della sorella Francesca.

Commendatore Salvatore Spadaro di Passanitello

Originario di Mineo, figlio ultimogenito del Barone Francesco Spadaro di Passanitello, si trasferì a Caltagirone a seguito del matrimonio con la giovane Francesca, “Cecchina”, Libertini figlia del Cav. Michelangelo Libertini e sorella del Senatore Gesualdo Libertini. Laureato in legge fu un abile amministratore dei suoi moltissimi beni.
Ebbe tre figli , due femmine ed un maschio Francesco al quale, in virtù della florida situazione economica, offrì l’opportunità di una formazione nei migliori collegi e università così da prepararsi alla carriera politica.

Dott. Cav Francesco Spadaro di Passanitello
Unico maschio nato dal matrimonio del Commendatore Salvatore Spadaro di Passanitello con Donna Cecchina LIbertini. Proveniente da una famiglia di aristocratici colti con una spiccata propensione alla politica e alla rigorosa e onesta conduzione della “cosa pubblica” , il giovane Francesco compì studi classici presso il prestigioso Collegio dei Monaci Benedettini a Montecassino e poi alla facoltà di Giurisprudenza a Padova ove si laureò in diritto canonico. Appassionato studioso di storia della Sua città , si deve a lui la traduzione dal latino del libro andato distrutto di Pierpaolo Morretta “Caltagirone Città Gratissima” del 1634, preziosissima testimonianza delle origini e della storia della città. Inoltre la sua passione per la storia lo fece diventare un accreditato araldista, a lui si deve la trascrizione e riunione in libro delle “Mastre Senatorie” delle città della Sicilia dal XVI secolo sino alla fine del Feudo, 2 giugno 1813. Questo libro, pubblicato nel 1938 dall’Istituto di Studi storici e di diritto nobiliare di Roma ,intitolato “Le Mastre Nobili” é tuttora uno dei riferimenti più accreditati per lo studio della genealogia delle Famiglie nobili siciliane.
Indimenticato sindaco di Caltagirone, eletto con una larghissima maggioranza all’indomani della caduta del regime fascista, con la Lista Civica denominata Madonna del Ponte, il suo ritratto è ospitato insieme a quello del nonno materno Michelangelo Libertini presso il Comune.
Archeologo e collezionista di ceramiche aveva riunito una delle più ricche collezioni di manufatti in ceramica che contribuiva alla fama del Palazzo oramai chiamato in Suo onore Palazzo Spadaro Libertini. Sposò la giovane e bella ereditiera Gerolama, Mina, Gravina appartenente ad una delle famiglie più antiche della Sicilia e di Caltagirone dalla quale ebbe quattro figli, una femmina e tre maschi, l’ultimo dei quali l’Arch. Alvise Spadaro ha passato il testimone della parte più rilevante del Palazzo sia per dimensioni che per pregio e importanza storica, alla cugina per parte materna, Lara Gravina del ramo di Belmonte Beaumont così da assicurare la conservazione e permanenza in Famiglia della imponente Dimora.